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“Non c’è posto al mondo che io ami più della mia cucina... Un luogo che condivido volentieri con gli amici a me cari”
È il luogo centrale della casa, è lo spazio della condivisone, della memoria del racconto. È l’ambiente in cui
ritrovarsi, in cui essere famiglia, in cui prendersi cura di sé attraverso la cultura del cibo. È la cucina,
contemporaneamente bella e funzionale per permettere all’atto di preparare i cibi per sé stessi o per le persone
care, di compiersi al meglio, potendo contare su spazi adeguati, aree funzionali della giusta dimensione e
sviluppo, attrezzature dedicate ma anche atmosfere accoglienti e vissute. Nel bestseller dell’autrice giapponese
le cucine, nuovissime e luccicanti o vecchie e vissute, riempiono i sogni della protagonista Mikage, rimasta sola al
mondo dopo la morte della nonna, e rappresentano il calore di una famiglia sempre desiderata. Perché in cucina
ci si sente a casa e si riafferma ancor più che in altre stanze il senso di identità e di appartenenza.
It is the central heart of the home, a space for sharing, for memories, for stories. It is a meeting point, a place
to be a family, a place to look after ourselves through the culture of food. It is the kitchen, beautiful and at
the same time practical. It allows us to prepare food for ourselves or our loved ones, to do our best, to rely on
suitable spaces, functional areas in the right size and with the right layout, with special equipment, but most
importantly in a welcoming, warm atmosphere. In the best-seller by the Japanese author, kitchens - whether new
and shiny, or old and worn - fill the dreams of the protagonist Mikage, left alone in the world after the death of
her grandmother, representing the warmth of the family she had always desired. Because in the kitchen we feel at
home, it is where more than any other room, we feel a sense of identity and of belonging.
“ THE PL ACE I L I KE BE S T IN THI S WORLD
I S THE K I TCHEN… I F I T ’ S A PL ACE
WHERE THE Y MAKE FOOD, I T ’ S F IND WI TH ME”